La prova non distruttiva dei liquidi penetranti è una procedura d’ispezione dell’integrità superficiale di un componente ferroso o non . Il penetrante viene cosparso mediante spruzzatura, pennello o immersione permettendo così all’azione capillare di agire per il tempo necessario alla penetrazione negli eventuali difetti affioranti. Successivamente il penetrante in eccesso viene rimosso con panni umidi o immersione in liquido emulsionabile al fine di ottenere una superficie esente da tracce di penetrante.
Infine il pezzo viene cosparso con un mezzo di contrasto detto rivelatore (nelle stesse modalità dell’applicazione del penetrante), che consentirà così al liquido penetrato nelle eventuali discontinuità di riaffiorare superficialmente. Sarà così possibile, grazie all’azione della capillarità, rilevare sul pezzo in esame i vari eventuali difetti affiorati. Tipicamente il penetrante è di colore rosso/violaceo (colore legato alla presenza di anelina), mentre il rivelatore (a base di silice amorfa) si presenta nel colore bianco; tale differenza cromatica permette di rendere facilmente visibile l’eventuale difetto affiorante.
Tutti i controlli non distruttivi sono chiamati a soddisfare una serie di indicazioni contenute in normative nazionali, comunitarie ed estere. Le principali fonti normative per il controllo dei liquidi penetranti sono le normative UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), le normativa ISO (Organizzazione internazionale per la normazione), l’americana ASME (American Society of Mechanical Engineers) e la sempre americana ASTM International (American Section of the International Association for Testing Materials). UNI EN ISO 23277:2010 “Controllo non distruttivo delle saldature – Controllo delle saldature mediante liquidi penetranti – Livelli di accettabilità ” UNI EN 473:2008-11 “Prove non distruttive – Qualificazione e certificazione del personale addetto alle prove non distruttive – Principi generali “
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